Rendere operative le proprie applicazioni ed i propri servizi nel Cloud non è solo un fatto di spostare il codice sorgente da un un servizio tradizionale ad uno in Cloud ma, per sfruttarne veramente tutto il potenziale, anche un fatto di progettazione di architetture ed infrastrutture Cloud Native.
In questo articolo affrontiamo proprio le differenze tra questi due concetti: il primo, il mero ospitamento in Cloud di applicazioni tradizionali (Cloud Hosted) ed il secondo, l’integrazione totale con la tecnologia Cloud (Native Application).
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La differenza più importante tra Cloud Hosted e Cloud Native: la dinamicità
La maggior parte delle applicazioni che troviamo in Cloud sono di tipo Cloud Hosted, cioè vengono ospitate nel Cloud e, generalmente, possono operare correttamente su qualsiasi Cloud Provider come Google o AWS con pochissimi accorgimenti.
Nel caso delle Cloud Hosted Application c’è solo una parziale scalabilità e soprattutto una bassa dinamicità e capacità di adattarsi ai cambiamenti, per esempio all’evoluzione del Cloud stesso.
Nelle Cloud Native Application invece le applicazioni si adattano ai cambiamenti e portano con loro alcune caratteristiche essenziali che sfruttano appieno l’ambiente Cloud:
- osservabilità: la possibilità di integrare la telemetria in ogni componente e poter effettuare ottimizzazioni;
- immutabilità: la possibilità di lasciare l’applicazione invariata ed aggiungere nuove componenti;
- elasticità: la possibilità di scalare anche verso il basso in maniera efficiente;
- cambiabilità(changeability): la possibilità di sfruttare nuovi servizi, nuove offerte, nuovi prodotti.
Potremmo sintetizzare tutte queste caratteristiche nella parola dinamicità: un’applicazione dinamica in un ambiente dinamico. Un’applicazione che è sempre in continua evoluzione, che si adatta al contesto ed agli eventi, che può essere distribuita worldwide mantenendo la coerenza dei dati.
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Progettare Cloud Native Application: l’astrazione
Al fine di progettare Cloud Native Application occorre porre in essere la giusta astrazione delle componenti e delle funzioni, per questo motivo Kubernetes è diventato lo standard de facto delle applicazioni Cloud Native.
Ma Kubernetes non è sufficiente da solo a garantire la progettazione di tipo Cloud Native, occorre progettare l’infrastruttura e renderla perfettamente aderente ai servizi Cloud e ciò avviene attraverso il mesh di diversi servizi. L’applicazione diventa, di fatto, un insieme di molte applicazioni che lavorano insieme sfruttando al massimo tutte le funzionalità del Cloud.
Mock API Server e Docker diventano un modo per testare gli ambienti localmente e realizzare Applicazioni Cloud Native efficienti e production ready.
Astrarre si traduce anche nella capacità di sviluppare diverse componenti applicative da parte di team differenti nella consapevolezza che l’aggregazione e l’integrazione delle funzionalità beneficierà dell’ambiente Cloud Native dove spesso i servizi lavorano bene insieme senza realmente conoscere cosa faccia uno e cosa faccia l’altro.
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