WebRTC è diventato uno standard del W3C e dell’IETF. Diventato comunissimo grazio allo smart working, alla video-lezioni ed alle video-chiamate, WebRTC permette a browser, mobile app e desktop app di ottenere capacità di comunicazioni realtime utilizzate soprattutto per le videoconferenze.
Nato nel 2009 da Google e reso pubblico, è diventato parte integrante di strumenti come Hangout e di piattaforme come Jitsi.
Architettura e funzionalità
Il cuore di WebRTC è la RTCPeerConnection API che permette a due applicazioni residenti su due differenti end-point di comunicare tra loro utilizzando un protocollo peer-to-peer. Supporta svariate tipologie di codec audio e video e le sue comunicazioni sono sempre cifrate grazie ai protocolli DTLS e SRTP.
Può essere usato anche in applicazioni time critical come la chirurgia ed il monitoraggio remoto. Oramai tutte le maggiori compagnie come Cisco, Facebook e Google utilizzano WebRTC e per l’utente tutto il processo è completamente trasparente.
I limiti di performance di WebRTC
WebRTC consuma enormi risorse per operare e le piattaforme più importanti hanno dovuto implementare in maniera proprietaria WebRTC per renderlo fruibile a moltissimi utenti.
Le performance sono anche un grave problema per i browser e l’utilizzo di WebRTC in maniera nativa permette una fruizione corretta di una videoconferenza con un massimo 30/35 utenti.
Per superare i limiti nativi di performance è necessario utilizzare adattamenti specifici di WebRTC con multiplexing e WebAssembly ed infrastrutture server dedicate come in Vonage.
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